Io è morto, un diario rosso piombo
Il lato inesplorato 1
Falha ao colocar no Carrinho.
Falha ao adicionar à Lista de Desejos.
Falha ao remover da Lista de Desejos
Falha ao adicionar à Biblioteca
Falha ao seguir podcast
Falha ao parar de seguir podcast
Experimente por R$ 0,00
R$ 19,90 /mês
Compre agora por R$ 24,99
Nenhum método de pagamento padrão foi selecionado.
Pedimos desculpas. Não podemos vender este produto com o método de pagamento selecionado
-
Narrado por:
-
Duilio Parietti
-
De:
-
Duilio Parietti
Sobre este áudio
Quando Danilo Chiesa riapre gli occhi, per la prima volta dopo la propria dipartita, sa perfettamente di essere morto, quello che non sa è dove si trova. Curioso, perché Danilo non si è mai perso.
Seduto su un letto, studia la stanza: niente porte, niente finestre, solo una sedia bianca e due sedie. Nemmeno il tempo di formulare un pensiero, che di fronte a lui compaiono due loschi figuri per affidargli un compito: redigere la propria biografia e discutere poi con loro di ogni capitolo. La ragione? Facilitare la decisione in merito a quello che sarà il suo destino. È indubbiamente una strana richiesta ma, a quanto pare, Danilo non ha alternative. Inizia così a scrivere di sé e a rivivere il proprio passato, diventando spettatore di sé stesso. Il racconto inizia nel 1975, anno della maturità e della svolta, quando fugge da casa e si rifugia a Radio Break, emittente portavoce della sinistra giovanile milanese. A Radio Break, Danilo si avvicina al fondatore, Gino Borghi, scopre il valore dell'amicizia grazie a Bruno e si innamora di Margherita. L'esperienza a Radio Break segna il punto di rottura con la sua precedente vita, e trasforma un vago desiderio in ferrea volontà: una rivoluzione sta per investire l'Italia e lui vuole esserne parte.
Racconta degli anni Settanta, della sinistra, delle manifestazioni, della lotta e della paura. Racconta dell'impegno e del momento della resa. Racconta del fallimento e dell'abbandono.
Un Danilo maturo osserva la propria giovinezza, gli errori e i tradimenti. Lo fa col senno di poi, con una consapevolezza che a tratti gli dà le vertigini.
Ogni giorno, dopo aver messo un punto alla fine del nuovo capitolo, si ritrova di fronte i due strani individui che lo incalzano con domande e indiscrezioni: perché? I fatti sono tutti là, che bisogno c'è di tormentarlo? La verità è che ai due "giudici" i fatti non interessano, sanno già tutto. Vogliono conoscere le sue emozioni e sondare la sua coscienza, vogliono sapere cosa ha provato quando ha lasciato la casa e la famiglia, quando Margherita se n'è andata, quando Bruno l'ha accusato di averlo tradito; come si è sentito quando è entrato nelle militanze di sinistra, quando ha sparato per la prima volta e quando ha ucciso per l'ultima; e cosa gli è rimasto ancora di quel capitolo cui non è riuscito a mettere un punto.
È questa la vera tortura per Danilo, la scoperta di non aver dimenticato nulla e che, per quanto sepolti, i sensi di colpa possono tornare in superficie con crudeltà imprevedibile. Danilo è umano, abituato a ragionare in maniera dicotomica, le cose sono o giuste o sbagliate, non considera le vie di mezzo, non valuta le prospettive, non sa comprendere il punto di vista degli altri. La sua umanità lo limita: il corpo ostacola la mente.
Alla fine di questo penoso e desolante percorso i due giudici emettono il loro verdetto...
©2021 Duilio Parietti (P)2021 Duilio Parietti