Simon Domenico Migliorini ha declamato con grandepotenza artistica e travolgente intensità, i sublimi versi danteschi dopo il suggestivo, breveascolto di alcuni di essi incisi sul prezioso vinile, al centro del Progetto “Dante tra giri, Gironie Canti” realizzato da Gruppo Progetto Città con la compartecipazione del ConsiglioRegionale della Toscana. Il 33 giri ha riportato gli spettatori ad atmosfere d’altri tempi e ad un rituale classico, del passato ma nuovamente in auge, che ha ispirato Migliorini nell’ideazione del progetto celebrativo del Sommo Poeta.La Lectura Dantis di Simon Domenico Migliorini con l’ambiente sonoro ideato e realizzatoda David Dainelli, che ha creato sonorità evocative di un immaginario soprannaturale, haesaltato al massimo il valore del Progetto che ha avuto il Patrocinio della Società DantescaItaliana e dell’Accademia dei Sepolti. I Canti, tra i più celebri della Divina Commedia. Migliorini attore, regista oltre che fondatore e guida artistica del Festival Internazionale Teatro Romano Volterra, hanno emozionato pubblico e critica. “Il progetto si pone l’obiettivo – spiega Migliorini – di offrire il proprio originale contributo alle celebrazioni del settecentenario dantesco enell’occasione degli eventi organizzati dalla Regione Toscana per festeggiare il Capodanno Toscano. Il disco in vinile è un prodotto realizzato per durare nel tempo con il valore artistico dato dal suo contenuto ispirato e generato dai versi immortali ed universali del Sommo Poeta chedall’Italia, dalla Toscana, ha parlato al mondo”. Il 33 Giri è disponibile richiedendolo a info@teatroromanovolterra.it può essere spedito in tutto il mondo.La Lectura Dantis di Simon Domenico Migliorini – afferma Giovanni Antonucci, Docente diStoria del Teatro e dello Spettacolo - ha un suo spazio originale nel panorama troppo affollato dei lettori della Divina Commedia, che si contendono gli onori per i settecento anni della morte del massimo Poeta. Il rischio è, infatti, di un eccesso di offerta, talvolta di modesta qualità, come ad esempio ho potuto constatare anche in una proposta televisiva.La lettura poetica è ardua perché si discosta o dovrebbe discostarsi dall’interpretazione. Molti attori, anche famosi, leggono Dante come se dovessero impersonare i personaggi che egli ha incontrato nel poema. Soprattutto nell’Inferno, ma talvolta perfino nel Purgatorio, succede spesso, con il risultato che la fruizione della poesia ne soffre non di poco. Simon Domenico Migliorini l’ha perfettamente intuito e soprattutto lo dimostra in tutto il disco. La sua scelta, divisa fra Inferno, Purgatorio e Paradiso, è oculata e frutto di un rapporto diretto, personale, con la poesia dantesca. Da qui nasce la sua particolare attenzione non solo all’Inferno, come fanno quasi tutti, ma soprattutto al Paradiso, con la lettura integrale del sublime Canto trentatreesimo, il momento più alto e irraggiungibile della poesia di tutti i tempi. Qui Migliorini rivela una castità e una interiorità espressive che pochi attori sono in grado di raggiungere. La sua voce acquista, grazie anche al sottile contributo del musicista David Dainelli, una purezza che ci rimanda ad un’arte, talvolta oggi ignorata, della lettura poetica.Scriveva Barthes che non esiste voce neutra, men che mai sarà neutra la voce dell’attore che afferma attraverso la recita, per apostatica e narcisa definizione, la propria scandalosa einoppugnabile alterità. Nella lettura poetica – interviene sul Progetto Giuseppe Liotta, Criticoteatrale - la voce vive del suo traslato fino a farsi suono, sonorità magmatica, concreta, dove il significante tende a combaciare col suo significato fino ad assumerlo completamente erestituircelo in una forma nuova, o rinnovata. Ogni recita poetica è un incidente, unaconsapevole incrinatura/forzatura del linguaggio verbale e sonoro-uditivo nel percorso di‘messa in abisso’ del testo: la sua distruzione e la sua rinascita. Nella nuova phoné acquisita, lo Stile si sovrappone alla lingua, la cancella per tornare a farla risplendere in un differente universo sonoro, dato dalla qualità dell’interprete e dalla sua inconfondibile Voce. La poesia della Divina Commedia, come rileva Giovanni Getto, vive “di un unitario ritmo di stile e d’anima”, ed è proprio questo ritmo ascensionale che occorre cogliere e restituire. Simone Migliorini ce ne offre “sfacciatamente” una versione massimamente ‘teatrale’ senzarisparmiarsi spericolate variazioni timbriche e tonali a vantaggio di una resa fisica, direi anche corporea di quelle sillabe e parole che abbattono lo schema della classica ‘terzina’ per farle convivere tutte nella dimensione realistica e religiosa del poema e pervenire a più ardite risonanze.
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